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Un disco dei Platters

Notizia del 11/12/2006

Nella gola chiusa fra i monti la sera arriva di colpo, come accade da queste parti in inverno, e il sergente tedesco al volante della Schwimmwagen, bestemmia nella sua lingua. "Che hai da sacramentare come un toscano?" gli chiede il giovane brigadiere della Guardia Nazionale Repubblicana che gli siede al fianco. "Fra poco non si vede più... come si dice?... strada, ja. Non si vede più strada e non può accendere... fari, ja! Il capitano doveva fare partire prima, quando ancora c'era il giorno". Era arrivato in Italia che già conosceva la lingua, anche se era la lingua imparata all'università, e nei lunghi mesi passati fra quelle montagne a contatto con i soldati italiani aggregati alla sua compagnia dopo l'otto settembre del Quarantatré, l'aveva perfezionata e la parlava con sufficiente disinvoltura, tanto che quando c'era bisogno di un interprete il Capitano chiamava lui.

Credo mi abbiano regalato il libro più per via del coautore Franceso Guccini, cantautore che amo molto, che per la trama in se, ma è stata comunque una piacevole lettura perché un buon giallo lo leggo sempre volentieri.

Si tratta di un delitto, del secondo caso risolto dal Maresciallo Sansovito raccontato da Guccini assieme a Loriano Macchiavelli e sinceramente non ricordo chi fosse l'assassino o come si svolsero i fatti (la lettura non è recentissima), ma ricordo l'atmosfera dei primi anni sessanta resa così bene che par proprio di vedere i giovani uomini con i capelli lucidi di brillantina, le ragazze con la gonna a ruota e il passo svelto, i "matti" di paese da tutti derisi ma in fondo amati... e la storia ancora recente di una guerra che affiora qui e là tra i ricordi di ex partigiani e di ex soldati e di tutto quel che pareva finito con essa, ma che ancora muove i fili della vita degli abitanti del paese arroccato sull'Appennino Toscano in cui si svolge la storia.

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