Notizia del 04/04/2008
Le donne arrivano al salone di bellezza poco prima delle otto del mattino. In un giorno qualsiasi, a quest'ora sarei ancora a letto, per cercare di strappare qualche altro minuto di sonno. Probabilmente continuerei a maledire il gallo dei vicini che mi ha svegliato all'alba, o i carri sferraglianti degli ortolani passati alle tre, o il muezzin che intona il suo lungo e lugubre appello alla preghiera delle quattro e mezzo. Oggi, però, è il giorno della festa di findanzamento di Roshanna e io sono vestita e pronta per il lavoro.
Una parrucchiera americana di 42 anni, Deborah Rodriguez, alla fine del 2002 decide di dare una svolta alla sua vita e si imbarca come volontaria per Kabul, dopo un corso di preparazione.
All'arrivo si sente persa tra tanti medici, infermieri, persone che lei vede come molto più utili di se stessa, fino a quando non scopre che in realtà la sua figura professionale è molto ambita in un ambiente nel quale si ha voglia di ricominciare non solo a disporre del necessario, ma anche del voluttuario, che diventa a sua volta necessario proprio per dare un tono di normalità a una situazione ancora molto pesante.
Allora si organizza e fonda una scuola per parrucchiere ed estetiste, uno dei pochi lavori che le donne possono e ambiscono a fare in un mondo ancora molto maschilista, ma in cui hanno un ruolo ben determinato e con molte più sfumature e molta più indipendenza di quanto si immagini, nonostante tutto.
Il libro è molto bello, si legge velocemente e illustra una faccia diversa di Kabul e dell'Afghanistan che non è il luogo diventato pericoloso e triste alla fine de Il cacciatore di aquiloni o ancor più pericoloso e duro di Buskashi di Gino Strada, ma è un paese che riesce a sognare, a far rivivere vecchie tradizioni e che fuoriesce dalle pagine del libro con una vita e dei colori inaspettati.
Lettura molto piacevole, che non nasconde né ammorbidisce la situazione che resta comunque molto dura in quell'area del mondo, ma che riesce a mostrarne anche un'altra faccia, una faccia piena di speranza che guarda al futuro e che ci spinge a gridare "forza che ce la fate!"
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