Notizia del 02/01/2007
A Alice Springs - un reticolato di strade roventi dove uomini dai calzettoni bianchi non facevano che salire e scendere dalle Land Cruiser - conobbi un russo che stava facendo la mappa dei luoghi sacri degli aborigeni. Si chiamava Arkady Volchok. Era cittadino australiano e aveva trentatré anni. Suo padre, Ivan Volchok, era un cosacco; veniva da un villaggio vicino a Rostov sul Don.
La storia di un viaggio di Bruce Chatwin nella cultura degli aborigeni australiani, popolazione che vive a strettissimo contatto con la terra con cui "dialoga" continuamente e da cui è guidata attraverso invisibili "strade" chiamate appunto Vie dei canti o Piste del sogno.
Affascinante racconto di una popolazione di cui non sapevo nulla, il libro - regalo inaspettato quanto gradito - mi è stato "imposto" subito dopo la lettura de L'aggressività di Konrad Lorenz a cui "Le vie dei canti" è in qualche modo legato visto che tra l'altro entrambi considerano [anche] l'uomo dal punto di vista antropologico e comportamentale e danno una spiegazione logica ad atteggiamenti che potrebbero a prima vista sembrare sconsiderati.
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