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Se questo è un uomo

Notizia del 14/01/2007

Ero stato catturato dalla Milizia fascista il 13 dicembre 1943. Avevo ventiquattro anni, poco senno, nessuna esperienza, e una decisa propensione, favorita dal regime di segregazione a cui da quattro anni le leggi razziali mi avevano ridotto a vivere in un mio mondo scarsamente reale, popolato da civili fantasmi cartesiami, da sincere amicizie maschili e da amicizie femminili esangui. Coltivavo un moderato e astratto senso di ribellione.

Lessi per la prima volta questo libro in prima superiore e ne rimasi molto colpita sicuramente per il racconto che, malgrado la storia studiata a scuola, non avevo mai veramente approfondito o capito, ma rimasi colpita anche dalla dignità che nonostante tutto traspariva dalle parole di Primo Levi, dal modo molto giornalistico e in qualche modo asettico di parlare di un'esperienza sconvolgente e credo che lo stile abbia enfatizzato anziché sminuire gli orrori vissuti nel campo di concentramento.

Non si può certo definire bello un libro simile, termine davvero stridente col suo contenuto, ma sicuramente è tra quelli che più mi sono rimasti impressi e che ogni tanto riprendo in mano per rileggerlo. Del libro esiste una continuazione, la storia dalla liberazione al ritorno a casa, La Tregua, dal quale è stato tratto un film.

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