Notizia del 06/03/2008
La sera andavo a parlare con le persone che avevano frequentato la corte imperiale: gente che un tempo risiedeva a Palazzo o che vi aveva avuto libero accesso. Ormai erano rimasti in pochi. Qualcuno era finito davanti al plotone d'esecuzione, altri si erano dati alla fuga o erano stati rinchiusi nei sotterranei del Palazzo stesso, passando bruscamente dai saloni alle segrete. C'era anche chi si nascondeva nelle montagne o viveva tra le mura dei conventi, travestito da monaco.
Bizzarro destino quello dei libri: per caso ne ho letti in sequenza tre che parlano tutti di stermini di popolazioni durante il secolo scorso, in alcuni casi con una grande risonanza mondiale, in altri in un modo subdolo che si trascina fino a oggi, in altri ancora - ed è quello raccontato ne Il Negus - con la pretesa di far loro del bene.
Conoscevo solo di nome e neanche tanto bene Hailè Selassiè, dittatore etiope morto nel 1975 che ha regnato nel suo paese dal 1930 al 1936 e poi ancora dal 1941 al 1974, quando fu destituito durante una rivolta militare ed è stato stupefacente apprenderne le gesta nel modo inusuale scelto da Ryszard Kapuściński, scrittore polacco che ha intervistato i servitori di corte, ricostruendone così la vita di tutti i giorni, gli equilibri interni, le forze e le debolezze di quel regime.
Quel che ne emerge è un quadro assai strano: tutto era rigidamente regolato dall'imperatore, che faceva vivere i suoi cortigiani nella speranza di entrare nelle sue grazie e nel terrore di uscirne in malo modo: non c'era tempo per nient'altro, burocrati e amministratori non avevano spazio nella loro giornata per badare alle incombenze legate alla loro funzione, ma dovevano restare a disposizione del Negus, pronti a mettersi in mostra in attesa di un suo cenno e le già scarse risorse di un Paese allo stremo erano completamente utilizzate per mantenere una corte sfacciatamente opulenta e per opere tanto monumentali quanto inutili: in questo scenario, ciò che più mi ha colpito nei racconti è stato che in qualche modo la corte giustificava le decisioni di Selassiè e si stupiva se il popolo protestava.
Qualche testimone riesce a vedere "che il re è nudo", ma la maggior parte resta in qualche modo dalla sua parte anche dopo, quando la nudità del re l'hanno veduta tutti, compresi gli stati occidentali che per tanti anni hanno sostenuto questa dittatura solo apparentemente giusta e lungimirante.
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Commenti
1 - Scritto da Ste il 07/03/2008 alle 16:43
Gran bel sito...!!!Un pò alla volta lo explorerò!!!
2 - Scritto da reb il 07/03/2008 alle 23:49
grazie :)