Notizia del 09/11/2006
U-u-u-u-u-u-uhu-hu-huuu! Oh, guardatemi, sto per morire! La tempesta nel portone mi ulula il de profundis e io mugolo con lei. Sono finito, finito! Una canaglia col berretto bisunto, il cuoco della mensa per l'alimentazione normale degli impiegati del Soviet Centrale dell'Economia Nazionale, mi ha versato addosso dell'acqua bollente e mi ha scottato il fianco sinistro. Che bestia, e pensare che è un proletario! Oh, Signore, mio Dio che male! L'acqua bollente mi ha corroso l'osso e adesso mugolo, mugolo, mugolo, ma serve forse a qualcosa?
Quando mi hanno parlato di questo libro di Michail Bulgakov, me l'hanno presentato come una lettura divertente, sarcastica e in qualche modo lo è nel suo prendere in giro certi modi di fare e di pensare della società sovietica dell'inizio del secolo scorso, ma per quel che mi riguarda l'ho trovato un romanzo segnato da una vena di tristezza piuttosto marcata e questo è il sentimento che alla fine mi è rimasto più impresso.
Narra la storia di un cane che viene adottato da un medico/scienziato che riesce a trasformarlo in essere umano... ma se la parte fisica dell'esperimento è riuscita, la parte emotiva no e questo nuovo essere si ritrova in un corpo da uomo con un'anima del cane che è stato fino ad allora, metafora non troppo velata sui danni dei cambiamenti imposti agli altri loro malgrado senza valutarne bene le conseguenze.
Ho conosciuto Michail Bulgakov grazie al famoso Il maestro e Margherita che mi ha colpito per alcuni passaggi (ad esempio la visione che da della vita di Gesù Cristo), ma nel complesso non ho apprezzato quanto pensavo prima di cominciare; non è così per Cuore di cane che ho invece trovato bellissimo.
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