Notizia del 01/01/2007
In una caverna sotto terra viveva uno hobbit. Non era una caverna brutta, sporca, umida, piena di resti di vermi e di trasudo fetido, e neanche una caverna arida, spoglia, sabbiosa, con dentro niente per sedersi o da mangiare, era una caverna hobbit, cioé comodissima. Aveva una porta perfettamente rotonda come un oblò, dipinta di verde, con un lucido pomello d'ottone proprio nel mezzo. La porta si apriva su un ingresso a forma di tubo, come un tunnel: un tunnel molto confortevole, senza fumo, con pareti foderate di legno e pavimento di piastrelle ricoperto di tappeti, fornito di sedie lucidate, e di un gran numero di attaccapanni per cappelli e cappotti: lo hobbit amava molto ricevere visite.
Antecedente e meno noto del famosissimo Il Signore degli Anelli, il libro ci introduce nel magico mondo di fantasia creato da J.R.R. Tolkien, anticipando un assaggio delle atmosfere fatate e dei personaggi dai tratti strani, ma dalle caratteristiche, dalle reazioni e dalle debolezze fin troppo umane.
Il libro è molto scorrevole e avvincente e si legge con piacere, lasciandosi prendere dalla storia e dalle vicende di Bilbo Baggins, il protagonista e degli elfi, orchi, maghi e guerrieri del suo mondo.
Uno degli anelli creati nella storia raccontata dal Silmarillion - libro dove tutto ha inizio - viene ritrovato dopo moltissimi anni da Bilbo che ne scopre forza e virtù, ma anche limiti e pericolosità. I personaggi accennati ne Lo Hobbit saranno poi quelli che popolano Il Signore degli Anelli dove la storia si dipana e si arricchisce, trovando il suo completamento.
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