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Il maestro dei santi pallidi

Notizia del 14/12/2006

Seduto a cavalcioni di un ramo con la corda intorno al collo, Cinìn guarda dall'alto lo stradello sottostante, e gli torna in mente che proprio ai piedi di questa quercia, dieci anni fa, i mastini del Massaro stavano per azzannarlo. Quella volta il Massaro gliel'aveva giurata. Se anche fosse stato lì non avrebbe fermato il mastino, ma, quant'è vero Iddio, avrebbe aizzato gli altri cani e si sarebbe goduto la scena di lui, Cinìn, che annaspava per terra nel tentativo di rialzarsi. A ogni modo, nel momento in cui quel cane bavoso lo aveva addentato a un polpaccio il Massaro non c'era: il suo cavallone nero non aveva retto il passo dei mastini. Mentre lui, Cinìn, correva più veloce di una lepre.

Ambientato nei dintorni di Modena del 1400, Il maestro dei santi pallidi è stato scritto da Marco Santagata e ho avuto modo di gustarlo in maniera particolare, leggendolo mentre stavo a Bologna, città che rispecchia molto nell'architettura le arie del libro.

La storia è quella di un giovane popolano come tanti, né particolarmente intelligente, né particolarmente fortunato, ma dotato di una notevole capacità pittorica e di una tecnica che stravolge il modo in cui sono state affrescate le chiese fino ad allora e che introduce la prospettiva e colori delicati in ritratti di Madonne che incantano.

La vicenda del pittore è fortemente marcata dalla vicenda dell'uomo e se il primo è un Artista di notevole statura, il secondo si arrabbatta a vivere come meglio può con un animo che non sempre fa il paio con i soggetti sacri dei suoi dipinti e che si ritrova spesso per colpa o per caso in situazioni rocambolesche.

Libro facile da leggere, con una trama inusuale ma gradevole.

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