Notizia del 01/03/2007
Sulla prima pagina è scritto: Nell'affresco sono una delle figure di sfondo. La grafia meticolosa, senza sbavature, minuta. Nomi, luoghi, date, riflessioni. Il taccuino degli ultimi giorni convulsi.Le lettere ingiallite e decrepite, polvere di decenni trascorsi. La moneta del regno dei folli dondola sul petto a ricordami l'eterna oscillazione delle fortune umane. Il libro, forse l'unica copia scampata, non è più stato aperto.
Avevo un'idea abbastanza vaga di chi fosse Luther Blissett o meglio: di cosa rappresentasse. Sapevo che si trattava di uno pseudonimo usato da più persone e se mi avessero chiesto di collocarlo storicamente l'avrei piazzato nel bel mezzo degli anni di piombo e prendendo in mano il libro mi aspettavo raccontasse una storia legata a quel periodo.
Così non è, anche se si parla comunque di rivoluzioni: il libro tratta infatti della rivolta luterana, ma soprattutto di chi trovava che Lutero fosse in fondo poco diverso dalla Chiesa di Roma che contrastava; la fede di questo gruppo è nota col nome di Anabattismo.
Il libro narra appunto delle rivolte anabattiste del 1500 e devo dire che le prime 50 pagine sono state difficili da leggere: troppi salti temporali e qualche incongruenza lessicale e un racconto in prima persona fatto da personaggi diversi di cui però si chiarisce il profilo solo un bel po' di pagine più avanti, però mi era stato consigliato da un amico e non mi andava di arrendermi così presto.
Solo per questa ragione ho continuato la lettura, ma devo dire che la scelta ha pagato: infatti appena si entra nello spirito della vicenda il libro diventa avvincente soprattutto per chi come me ama le rivisitazioni storiche e paragonare gli eventi di allora agli eventi di oggi, trame mosse per sete di potere di persone che sono disposte a tutto pur di raggiungere i propri obiettivi: nella fattispecie, il cattivo in questione è Gianpietro Carafa, futuro Papa Paolo IV e tra gli scenari della vicenda c'è anche il primo Concilio Vaticano.
Il libro è una ricostruzione storica sicuramente romanzata, ma piuttosto attinente: la parte finale è dedicata infatti a una serie di stampe che riproducono i documenti e i personaggi che hanno animato il romanzo, scelta che ho trovato azzeccata; inoltre offre notevoli spunti a chi volesse approfondire per conto proprio non solo la rivolta anabattista o gli equilibri di potere dell'epoca, ma per esempio la Bibbia, di cui si citano vari passi, l'Inquisizione Romana oppure le tecniche di stampa usate nelle prime tipografie che hanno un ruolo di primo piano in tutta la vicenda e che furono l'innovazione che permise la divulgazione di idee fino ad allora relegate nei salotti buoni di chi si poteva permettere i costosissimi libri manoscritti.
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