Notizia del 11/03/2007
Questa vuol essere una breve introduzione all'uso delle chiavi pubbliche e private per la criptatura dei messaggi di posta elettronica.
Giusto per spiegare il principio degli algoritmi, uso un esempio molto banale: se scrivo la frase Ho sonno la posso criptare sostituendo a ogni lettera quella che la precede nell'alfabeto e ottenendo Gn rnmmn; naturalmente una frase e una codifica di questo genere sono scoperte in un attimo, ma complicando l'algoritmo usato otteniamo un risultato tanto più impenetrabile quanto più è complicato l'aogoritmo stesso.
Tutti gli algoritmi sono decrittabili, la loro sicurezza si misura a seconda del tempo impiegato per decifrarli; se infatti per decifrare un messaggio impiego anni, decenni o più, è molto probabile che quando ci sarò riuscita quel messaggio avrà completamente perduto il suo interesse, perciò il mio messaggio può essere considerato sicuro, perché lo sforzo di decrittatura non è conveniente rispetto al risultato ottenuto una volta completata l'operazione.
Una delle difficoltà è l'uso di un algoritmo di criptatura che sia conosciuto sia da chi crea il messaggio, sia da chi lo deve decifrare e che questo algoritmo sia conosciuto solo da loro.
Per ottenere questo risultato, è stato inventato il sistema delle chiavi pubbliche e private e funziona in questo modo:
Se qualcuno intercetta la mail infatti, non gli sarà di alcuna utilità sapere che la mail è diretta a me e procurarsi la mia chiave pubblica, perché quest'ultima serve solo per criptare, ma non per decriptare.
La comodità del sistema sta nel non aver bisogno di chiedere o comunicare nulla prima di scambiarsi messaggi criptati; se infatti ci fosse la necessità di scambiarsi l'algoritmo di criptatura per intero prima di usarlo, ci sarebbe il rischio che venisse intercettato da qualcuno, rendendo vana l'operazione: con le due chiavi invece questo non capita.
Nei prossimi post un tutorial sugli strumenti e la creazione di una mail criptata.
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