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La scimmia nuda

Notizia del 04/09/2007

Esistono centonovantatré specie viventi di scimmie con coda e senza coda; di queste, centonovantadue sono coperte di pelo. L'eccezione è costituita da uno scimmione nudo che si è autochiamato Homo sapiens. Questa razza eccezionale ed estremamente capace trascorre molto tempo ad esaminare i propri moventi più nobili ed altrettanto a ignorare accuratamente quelli fondamentali.

La scimmia nuda è stato scritto dallo zoologo ed etologo inglese Desmond Morris. Molto simile per certi versi ad Amore e odio, esamina non i comportamenti di tribù che ancora vivono a strettissimo contatto con la natura, ma quelli dell'umanità civilizzata, ricavando dai gesti quotidiani l'origine primaria.

Durante tutto il libro lo scrittore sceglie di chiamare l'uomo "scimmione nudo", termine vagamente dispregiativo che però permette al lettore di non distaccarsi mai dal punto di vista del libro e a metterlo sullo stesso piano degli altri animali ivi descritti. Alcune spiegazioni le ho trovate incomplete e non mi hanno soddisfatto fino in fondo, ma altre le ho trovate molto interessanti, per esempio quella che illustra come e perché l'uomo ha bisogno di una qualche forma di religiosità e quali scompensi e quali vantaggi ha portato scendere dagli alberi e cominciare a nutrirci di carne.

Il libro è stato pubblicato la prima volta nel 1967 e alcuni passaggi richiamano la situazione sociale di quarant'anni fa (per esempio sulla crescita demografica e altre sull'aggressività intraspecifica) e mi piacerebbe molto aver modo di sentire le stesse considerazioni fatte allo stato attuale e sapere cosa ne pensa l'autore. A parte ciò, la scrittura è scorrevole e per niente tecnica e l'unica pecca riscontrata è stata la ripetitività di alcuni concetti rispetto - appunto - ad Amore e odio, ma dipende dall'averli letti troppo a cavallo l'uno dell'altro; in linea di massima, ha valso appieno il tempo di lettura impiegato.

Ottimo per gli appassionati e i semplici curiosi come me.

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